"Di Pietro facci sognare!" "Forza
Di Pietro" Sui muri di Milano e di mezza Italia era questa la scritta che campeggiava
negli anni in cui il pool di Mani Pulite stava cercando di mettere fine al sistema deliquenziale di spartizione delle tangenti tra i partiti italiani: Tangentopoli. Era il 1992 e a distanza di 16 anni il tumore dell'Italia non è stato affatto estirpato e le recenti inchieste su alcuni vertici locali del Partito Democratico (inclusi alcuni parlamentari) sono la migliore prova di ciò. Del resto sono 18 i parlamentari (di quasi tutti i partiti) che hanno condanne definitive e ce ne sono molti altri che sono sotto inchiesta. Cuffaro, ex-presidente della Regione Sicilia, condannato in primo grado, per favoreggiamento aggravato alla mafia, si è dimesso. Il suo partito, UDC, per premiarlo lo ha candidato Senatore. E' solo un esempio, sono diversi i personaggi candidati alle istituzioni da cui sarebbe impensabile solo acquistare un'auto usata. La politica italiana è popolata di gente quanto meno dubbia, quando non veri e propri pregiudicati. A fronte di ciò, in un recente discorso Silvio Berlusconi ha dichiarato che "Mani pulite" portò indietro l'Italia e pose fine a 50 anni di benessere. E questa è solo l'ultima di una serie di pronunciamenti da parte dell'attuale capo del governo contro quella stagione di moralizzazione, contro la magistratura e contro chi aveva come obiettivo l'espletamento delle indagini e la persecuzioni dei reati connessi alle tangenti. Dal 1994, anno in cui finì Mani pulite, ad oggi la corruzione in Italia è trattata seguendo due filoni sostanziali. Il primo è il filone tradizionale, cioè le indagini di qualche magistrato che becca il politico di turno accusato di concussione verso l'imprenditore per l'espletamento di un appalto o la fruizione di un servizio. Ci sono singoli episodi di corruzione, ma spesso si verificano vere e proprie strutture di delinquenza organizzata per raccogliere tangenti, tanto che dopo la prima, "Tangentopoli" appunto, si è assistito a numerose repliche. Il secondo filone che caratterizza la concussione e la corruzione in Italia è quello che vede la politica nazionale come protagonista assoluta. Parlamento riempito di avvocati, magistrati accusati dei essere simili a minus haben, depenalizzazioni dei reati, allungamento dei processi e accorciamento dei tempi di prescrizione, tentativi di riforme per limitare l'azione della magistratura. E' il metodo praticato in primis dal PDL, con alcuni suoi esponenti che di fatto hanno come nemico giurato la magistratura e che arrivano persino a ribaltare la verità. A ciò si aggiunge il tentativo mediatico, compiuto da una larga parte dei mezzi di comunicazione, di nascondere questo tipo di reato a favore di quelli "che vanno per la maggiore" (stupri, scippi etc.). Questo bel quadretto, formato quindi dalla continuazione senza interruzione di tangentopoli e dal tentativo di una parte della politca di frenare l'azione dei magistrati invece di espellere a calcioni i delinquenti presenti nelle proprie schiere, si arricchisce ultimamente di un nuovo ulteriore dettaglio. Del PDL abbiamo già detto, sopratutto la componente di Forza Italia è stata accusata di essere divenuta nel tempo la casa preferita dei politici di dubbia moralità, dando ospitalità a tutto e di più. Da par suo il PD, risponde per le rime. Ultimo caso in ordine cronologico è quello che ha visto Pescara, Napoli e la regione Abruzzo coinvolte in una successione di accuse di concussione a carico di alti esponenti del PD locale e di alcuni parlamentari, tanto che molti parlano già di una nuova tangentopoli. La quale però, come detto, in realtà non è mai finita, non ha mai interrotto la sua attività ai danni dei cittadini spolpando denari dalle casse pubbliche. La "questione morale", tanto cara al PCI di Berlinguer accomunato in questo da analoghe posizioni assunte dal MSI, è diventata negli ultimi 20 anni l'"emergenza della moralità". C'è indubbiamente un filo conduttore che partendo dalla metà degli anni '80, quando il vecchio PSI fece concorrenza alla DC per la raccolta di fondi illegali indirizzati al sostentamento della propria classe dirigente e del partito, passa per il periodo di tangentopoli (il metodo Milano prevedeva 2/5 delle tangenti al PSI, 1/5 al PCI, 1/5 alla Dc ed il resto diviso tra PLI PRI PSDI) ed arriva dritto-dritto fino a oggi che siamo ormai da 15 anni, almeno così dicono, nella seconda repubblica. Del resto gli esponenti dell'ex-DC, dell'ex-PSI etc. non sono spariti nel nulla, ma si sono riciclati alla grande nei partiti della seconda repubblica ed a giudicare dalla situazione hanno fatto proseliti. Non so come trovare un barlume di luce in questa Italia dove domina questa classe politica. Una classe politica sempre più casta, sempre più al di sopra del buon gusto, delle leggi, che convive con la corruzione diffusa. Una classe politica che dai tempi di Mani Pulite ha dichiarato guerra ai magistrati perchè hanno sempre quel maledetto vizio di mettere il naso nelle loro sporche faccende e che si chiede come riformare la giustizia per mettere fine a questa vergogna. Una classe politica che litiga e urla in TV, salvo pararsi il posteriore e proteggersi (proprio come una casta) in parlamento dove vengono costantemente negate le autorizzazioni ai magistrati ad indagare su loro tessi. Una classe poltica che non fa niente per migliorare le giustizia, quella vera quella che fa disperare i cittadini coinvolti nelle cause, fatto salvo intervenire per modificare le leggi, per depenalizzare i reati e per bloccare le intercettazioni che sono servite in passato per scoprire le loro porcate. Eppure basterebbe una semplicissima regola, un comma da applicare a tutti i partiti: chi ha precedenti penali e chi è sotto inchiesta viene allontanato dal partito. Punto! Troppo facile vero? Berlusconi ci invita ad essere ottimisti: lo sarò quando vedrò lui e gli altri politici essere trattati davanti alla legge esattamente come tutti gli altri cittadini. 28/12/2008 |